Vi era nel paese di Zuman, nella Persia, un re coperto di lebbra. I suoi medici avevano inutilmente messo in opera tutta la sua scienza per guarirlo, quando un abilissimo dottore chiamato Douban capitò nella di lui Corte.
Questo medico aveva tratto la sua scienza da libri greci, persiani, turchi, conosceva perfettamente le buone e le cattive qualità d’ogni specie di piante e di droghe. Informato della malattia del Re e conosciuto che i medici l’avevano abbandonato, trovò il mezzo di farsi presentare al medesimo.
— Sire — gli disse — se volete farmi l’onore di gradire i miei servigi, m’impegno di guarirvi.
Il Re, ascoltata questa proposizione, rispose:
— Se voi siete tanto abile di far ciò che dite, prometto di arrichir voi e la vostra posterità.
Allora il medico Douban ritirossi in casa sua e fece un maglio incavato al di dentro dalla parte del manico, ove pose la droga, di cui cercava giovarsi. Fatto ciò, preparò anche un globo nel modo che a lui piacque, e con questo apparecchio l’indomani presentossi al Re al quale disse che stimava conveniente che Sua Maestà salisse a cavallo e si trasferisse in piazza per giuocare al maglio.
Il Re fece ciò che diceva, e quando fu nel luogo destinato al giuoco il medico si avvicinò a lui col maglio preparato, e presentandoglielo disse:
— Prendete Sire, esercitatevi con questo maglio e spingete questa palla per la piazza, finché sentirete la mano ed il corpo in sudore. Allora farete ritorno al vostro palazzo, entrerete nel bagno, ove vi farete ben lavare e strofinare, indi vi adagierete nel letto e domani sarete guarito.
Il Sovrano eseguì a puntino quanto aveagli prescritto il dottore, e alzatosi il giorno dopo scoperse con gioia che la sua lebbra era guarita.
Appena vestito entrò nella sala di pubblica udienza salì sul trono e si fece vedere da tutti i suoi cortigiani. Il medico Douban entrò nella sala. Avendolo veduto, il Re lo chiamò, e fattolo sedere al suo lato, lo mostrò all’assemblea, dandogli pubblicamente tutte le lodi che meritava.
L’indomani e i giorni seguenti non lasciò di accarezzarlo; infine questo principe credendo non poter giammai rimeritare abbastanza quel valente medico, spandeva su lui tutti i giorni nuovi beneficii.
Ora questo Re aveva un gran Visir avaro, invidioso, e per natura capace d’ogni sorta di delitti. Con pena vedea i regali ch’erano fatti al medico, e risolvette di farlo cadere dal favore del Re.
— Sire — gli disse — è ben pericoloso per un Sovrano l’aver fiducia di un uomo di cui non ha provato la fedeltà; colmando di beneficii il medico Douban, voi non sapete esser egli un traditore, che si è introdotto in questa Corte per assassinarvi. Io son perfettamente istruito di ciò che ho l’onore di sostenervi; il medico Douban è partito dal fondo della Grecia, e non è venuto a stabilirsi nella vostra Corte, che per eseguire l’orribile disegno di cui vi ho parlato.
— No, no, Visir — interruppe il Re — io son sicuro che quest’uomo, da voi trattato di perfido, è il più virtuoso e il migliore di tutti gli uomini, né vi è persona al mondo ch’io ami quanto lui. Comprendo; la sua virtù eccita la vostra invidia: ma non crediate che io mi lasci prevenir contro di lui ingiustamente: mi ricordo bene di ciò che un Visir disse al Re Sindbab suo padrone per impedire ch’ei facesse morire il principe suo figlio…
— Sire — interruppe colui — io supplico la Vostra Maestà di perdonare il mio ardire se vi domando di sapere ciò che il Visir del re Sindbab disse al suo signore per distornarlo di uccidere suo figlio.
— Questo Visir, dopo avere esposto al Re, che sull’accusa di una matrigna egli dovea temere di commettere un’azione di cui potesse pentirsi, gli raccontò la seguente istoria.