Nei rapporti sessuali con gli uomini, le cortigiane trovano la soddisfazione del desiderio e nel tempo stesso il loro sostentamento. Se una cortigiana accoglie un uomo per amore, l’atto è naturale, ma se al contrario l’accoglie sospinta dal desiderio del guadagno, l’atto è artificiale o forzato. Tuttavia anche in questo caso essa deve regolarsi come se effettivamente fosse animata dall’amore, per la ragione che gli uomini si affezionano alle donne che sembrano amarli. Nel mostrare il suo amore la cortigiana dovrà sembrare del tutto disinteressata, e per il suo credito futuro si asterrà dal farsi consegnare denaro con mezzi sleali.
Una cortigiana bene vestita, adorna dei suoi gioielli, deve rimanere seduta sulla porta di casa, e, senza tuttavia porsi molto in evidenza, guarderà nella strada facendo in modo di esser vista dai passanti, perché deve riflettere che in fondo rappresenta un oggetto da esporre in vendita. Farà amicizie con persone che possano aiutarla a seminare discordia fra uomini e donne, e procurerà di affezionarsele per ripararsi da eventuali disgrazie, per accumulare ricchezze, per garantirsi da cattivi trattamenti e dagli insulti delle persone con cui possa avere a che fare. Queste persone sono:
Le guardie della città o la polizia; gli ufficiali della corte di giustizia; gli astrologi; gli uomini poveri o interessati; i sapienti, i professori delle sessantaquattro arti; i Pithamarda o confidenti; i Vita o parassiti; i Vidushaka o buffoni; i mercanti, di fiori; i profumieri; i mercanti di sostanze spiritose; i lavandai, i barbieri, i mendicanti. Ed anche altre persone che le possono essere utili per il ‘raggiungimento dei suoi fini.
Gli uomini che una cortigiana può trattare per guadagnare denaro semplicemente, sono i seguenti:
Gli uomini che posseggono una propria rendita; i giovani; gli uomini liberi da ogni legame; gli uomini che si trovano al servizio del re; gli uomini che hanno sicuri mezzi di sussistenza; che si stimano belli; cui piace vantarsi; eunuchi che vogliano farsi passare per uomini; un uomo che detesta i suoi simili; che per natura è generoso, che ha influenza sul re o sui ministri; che è sempre felice; che è fiero della sua fortuna; che disobbedisce agli ordini dei suoi maggiori; un uomo sul quale i membri della propria casta tengono gli occhi addosso; il figlio unico di un padre ricco; un asceta internamente turbato dal desiderio; un uomo coraggioso; un medico del re; vecchie conoscenze.
E, sia per amore, sia per convenienza, procurerà anche di arrivare a uomini dotati di eccellenti qualità, quali i seguenti:
Uomini di alta nascita che conoscono bene il mondo e che posseggono il senso dell’opportunità; i poeti; i narratori di belle storie; gli uomini eloquenti; gli uomini energici, abili nelle varie arti, previdenti, perseveranti, devoti, non collerici, generosi, affezionati ai propri parenti, amanti della società, sani di corpo, robusti, non dediti al bere, infaticabili negli esercizi di amore, socievoli, amanti delle donne, abili nel conquistarle senza abbandonarsi totalmente a loro, possidenti, non invidiosi e non sospettosi.
Queste sono le buone qualità di un uomo. La donna deve anche distinguersi per i seguenti caratteri:
Deve essere bella, piacevole e aver sul corpo segni di buon augurio. Possedere il gusti delle buone qualità e della ricchezza. Trovar piacere nelle unioni dovute all’amore, aver carattere fermo, e per quanto riguarda l’unione sessuale, procurerà di unirsi con uomini della sua categoria. Esser sempre desiderosa di acquistare esperienza e sapere, ma non essere avara e possedere il gusto delle riunioni di società e delle arti.
Le qualità generali per ogni donna sono:
Intelligenza, carattere dolce e buone maniere; condotta regolare; carattere riconoscente; previdenza, attività; senso di ordine, senso dell’opportunità, correttezza nel parlare; risata corretta, mancanza di malignità, di collera, di avarizia, di stupidità; conoscenza dei Kamasutra e abilità nelle arti che da questi derivano. L’assenza di alcuna ditali qualità costituisce i difetti delle donne. Le cortigiane debbono poi evitare le seguenti categorie di uomini:
Uomo colpito da consunzione; di temperamento malato; con vermi in bocca e il cui alito ha l’odore degli escrementi umani; che ama la moglie; che parla duramente, che è sospettoso, avaro, senza pietà, ladro, sciocco, dedito alla stregoneria; l’uomo al quale sia indifferente essere rispettato o no; che sia eccessivamente pudico o che possa esser corrotto con denaro anche dai propri nemici.
Autori antichi ritengono che, nel ricercare gli uomini, le cortigiane seguono uno qualsiasi dei seguenti scopi: amore, paura, denaro, godimento, desiderio di vendetta, curiosità, dolore, abitudine, Dharma, celebrità, compassione, desiderio di trovare un amico, vergogna, somiglianza dell’uomo con qualche persona amata, ricerca di felicità, desiderio di rompere un’altra relazione, conformità di categoria nei riguardi dell’unione sessuale, coabitazione nello stesso luogo, costanza, povertà. Ma Vatsyayana afferma fin da principio che la ricchezza, la ricerca del benessere e l’amore sono le sole spinte della cortigiana verso gli uomini.
Una cortigiana non deve sacrificar danaro per l’amore, dato che il denaro è uno dei suoi scopi principali. Ma nel caso di paura, ecc. essa dovrà avere una particolare considerazione alla forza e alle altre qualità del suo amante. Inoltre, per quanto possa essere invitata da un uomo ad unirsi con lui, non deve immediatamente consentire, perché gli uomini hanno una speciale tendenza a disprezzare tutto quello che ottengono con facilità. Da principio lei invierà a lui gli incaricati del massaggio, i cantori, i buffoni che terrà al suo servizio, o, in mancanza, i Pithamarda o confidenti, per sondare i sentimenti dell’uomo. Saprà così se l’uomo è puro o impuro, ben disposto o no, capace di affezione o indifferente, generoso o avaro, e nel caso lo trovi di suo gusto, cercherà di affezionarselo per mezzo dei Vita o di altre persone. Dopo di ciò, il Pithamarda le condurrà l’uomo a casa col pretesto di assistere a un combattimento di quaglie, di galli, di montoni, di udire il maina (specie di stornello) o di assistere a uno spettacolo, o alla pratica di un’arte, oppure potrà anche condurre la donna nella casa dell’uomo. Una volta a casa sua, lei gli donerà un oggetto tale da eccitare la sua curiosità e del quale gli spiegherà l’uso a cui è particolarmente destinato. Lo divertirà a lungo narrandogli delle storie e facendo cose piacevoli. Quando sarà uscito, gli invierà spesso una domestica capace di tenere un’allegra conversazione, e nel tempo stesso qualche piccolo regalo. Qualche volta andrà a trovarlo con la scusa di un affare e sempre accompagnata da un Pithamarda.
Finisce così la trattazione del modo per una cortigiana di affezionarsi l’uomo che desidera.
Abbiamo anche qui dei versetti, di cui ecco il testo:
Quando un uomo galante si presenta a casa sua, la cortigiana gli offrirà foglie e noci di betel, ghirlande di fiori, e unguenti profumati; poi, mostrandole la propria abilità nelle arti, terrà con lui una lunga conversazione, dovrà anche offrirgli regali, scambiare con lui oggetti, e allo stesso tempo fargli comprendere la sua esperienza negli esercizi sessuali. Quando sarà unita col suo amante, la cortigiana si studierà di piacergli con doni, con la conversazione, con la sua abilità nel variare i modi di farlo godere.