Le cause di secondo matrimonio, nella vita di una donna, sono le seguenti:
1) Pazzia o cattivo carattere della donna.
2) Disgusto del marito per lei.
3) Mancanza di figli.
4) Nascita continua di femmine.
5) Incontinenze del marito.
Nei primi tempi del matrimonio, la donna deve far di tutto per conquistare il cuore del marito, mostrandoglisi sempre devota, saggia e di buon umore. Se tuttavia non riesce a dargli dei figli, lei stessa deve consigliare il marito di sposare un’altra donna. E quando la seconda moglie sarà sposata e installata nella casa, lei stessa le darà una posizione superiore alla sua e la considererà come una sorella. Il mattino, la più anziana costringerà la più giovane a vestirsi in presenza del marito, senza essere gelosa delle attenzioni che lui avrà per la seconda sposa. Se la più giovane farà qualche cosa che possa spiacere al marito, non la trascurerà ma le offrirà i suoi migliori consigli. Dovrà trattare i figli di lei come fossero suoi; avrà più riguardo per le domestiche di lei che per le proprie; sarà cortese e buona per gli amidi di lei, e ne rispetterà i parenti.
Se poi le spose sono parecchie, la più anziana farà alleanza con quella che vien subito dopo di lei per rango e per età, e inciterà la moglie che avrà goduto recentemente i favori del marito a disputare con la favorita della giornata. Poi si lamenterà con lei, e dopo aver radunato tutte le altre mogli, le inciterà a denunciarla come donna cattiva e intrigante, senza però compromettersi in niente. Se la favorita si lamenta col marito, la più anziana prenderà le sue parti e la incoraggerà in modo da render più aspra la contesa. Anzi, se la disputa è leggera farà in modo di aggravarla. Ma se dopo tutto questo, lei si accorge che il marito è ancora affezionato alla favorita, allora cambierà tattica, e farà di tutto per ottenere una riconciliazione ed evitare dispiaceri al marito.
E questo per ciò che riguarda il comportamento della sposa più anziana.
La sposa più giovane considererà la più anziana come sua madre e non regalerà niente a nessuno, neppure ai propri parenti, senza averla prima informata. Anzi la terrà informata di tutto ciò che la riguarda, e non si avvicinerà al marito senza il permesso di lei. Non rivelerà a nessuno i segreti che le avrà confidato la più anziana, e avrà cura dei figli di lei più che dei propri. Quando sarà sola col marito, lo accontenterà in tutto senza parlargli del dolore che le procura la presenza di una rivale. Potrà così ottenere segretamente dal marito qualche segno particolare del suo affetto, e gli dirà che non vive altro che per l’amor di lui e per le attenzioni che ne riceve. Non si confiderà con nessuno dell’amore che prova per il marito né dell’amore del marito per lei, sia per orgoglio, sia per la collera che prova, perché una donna che riveli i segreti del marito rischia di essere disprezzata da lui. Quanto al modo di ottenere i favori del marito, Gonardiya afferma che ciò deve essere fatto in segreto per timore della sposa più anziana. Se quest’ultima è ripudiata dal marito o è sterile, la più giovane le dimostrerà simpatia e pregherà il marito di esser buono con lei, ma si sforzerà di sorpassarla conducendo vita di sposa casta.
Finisce qui la trattazione della condotta della più giovane sposa verso la più anziana. Una vedova povera, o di debole natura, che si unisce di nuovo ad un uomo, si dice una vedova risposata. I discepoli di Babhravya dicono che una vedova vergine non deve sposare un uomo che potrebbe poi essere obbligata a lasciare sia per il cattivo carattere, sia perché sprovvisto delle qualità essenziali di uomo. Gonardiya pensa che se una vedova si risposa lo fa nella speranza di esser felice; e poiché la felicità dipende soprattutto dalle eccellenti qualità del marito unite all’amore per il piacere sessuale, deve scegliere solo un uomo che possieda tali qualità. Vatsyayana tuttavia pensa che una vedova può sposare chi più le piaccia, chi più le sembri capace di renderla felice.
Al momento del matrimonio, la vedova deve domandare al marito il danaro per le spese della cerimonia, del rinfresco ai parenti, dei regali ai parenti e agli amici, salvo che non preferisca far tutto ciò a spese proprie. Così pure potrà porsi gli ornamenti di proprietà del marito come anche i suoi. In quanto ai doni per i quali si ha speciale attaccamento, da scambiare col marito, non v’è una regola fissa. Se dopo il matrimonio lei lascia il marito di propria volontà, dovrà restituirgli tutto quanto avrà ricevuto da lui, eccetto i regali di affezione scambiatisi. Ma se, al contrario, sia stata scacciata dal marito, non dovrà rendergli niente. Dopo il matrimonio vivrà nella casa del marito come uno dei membri principali; ma tratterà le altre mogli con bontà, i domestici con generosità, e tutti gli amici della casa con familiarità e buon umore. Farà in modo di dimostrarsi più istruita delle altre donne di casa nelle sessantaquattro arti; se avrà disputa col marito, non lo tratterà aspramente, ma, da solo a sola farà tutto ciò che lui desidera e metterà in pratica i sessantaquattro modi di godimento. Userà cortesie alle altre spose del marito, farà regali ai loro figli, li proteggerà, e darà loro ornamenti e giocattoli. Avrà più fiducia negli amici e nei servitori del marito che nelle donne del suo seguito; e infine mostrerà tutta la sua sollecitudine nell’organizzare feste, pic-nic, festini, e ogni genere di giochi e di divertimenti. Così deve comportarsi una vedova vergine rimaritata. Una donna che non sia amata dal marito e che sia perseguitata dalle altre mogli, sì da soffrirne, deve procurare di allearsi con la favorita del suo sposo per avere il suo aiuto, e l’otterrà insegnandole soprattutto tutte le arti che conosce. Farà da nutrice ai figli di suo marito, e, dopo essersi guadagnata il favore degli amici di lui, gli farà per loro mezzo sapere quanto gli sia devota. In occasione di cerimonie religiose, dei voti, dei digiuni, ella prenderà l’iniziativa, senza tuttavia darsi troppa importanza. Quando suo marito è disteso sul letto non gli si stenderà a lato se non è sicura di procurargli piacere, non gli farà dei rimproveri, né sarà di cattivo umore in sua presenza. Se il marito è in lite con un’altra sposa, lei stessa tenterà la riconciliazione, e se lui desidera vedere segretamente qualche altra donna, si occuperà lei di tutto. Farà in modo di conoscere i lati deboli del carattere del marito, ma non farà capire di conoscerli, e, in generale, si comporterà in modo da farsi considerare come sposa buona e devota.
Solo così deve comportarsi una donna non amata dal marito.
E tutti questi paragrafi ora visti sono interamente adattabili anche alle donne del serraglio del re; non ci resta quindi da parlare se non del re. Le donne impiegate nell’harem, alle quali si attribuiscono i nomi particolari di Kansciukvya [3], Mahallarika [4], e Mahallica [5], devono offrire al re, da parte delle spose, fiori, unguenti e abiti, e il re, dopo averli ricevuti, ne farà dono alla servitù, come altrettanto farà degli oggetti da lui usati il giorno prima. Nel pomeriggio, il re, riccamente vestito, visiterà le donne dell’harem, anch’esse riccamente abbigliate con tutti i loro gioielli. E dopo aver assegnato a ciascuna di esse un posto, e dopo le dovute attenzioni secondo le occasioni o i meriti personali, entrerà con loro in piacevole conversazione. Poi visiterà le vedove vergini risposate, se ce ne sono fra le sue spose, e dopo ancora le concubine e le danzatrici. Queste ultime categorie di donne debbono esser visitate in camere separate e particolari a ciascuna categoria. Quando il re si sveglia dalla siesta del pomeriggio, la donna incaricata d’indicargli quale è la sposa che dovrà passar con lui la notte, si presenterà accompagnata dal seguito della sposa di cui è arrivato il turno regolare, da quello della sposa il cui turno può essere stato omesso per errore, e della sposa che può esser stata indisposta al momento del suo turno. Tutte le donne del seguito depongono dinanzi al re gli unguenti e i profumi inviati da ogni sposa e’sigillati col sigillo personale di ciascuna di loro, dicono il nome della donna che invia questi doni e il perché dell’invio e il re allora accetterà l’unguento di una di esse, che sarà subito informata e saprà in tal modo che è arrivato il suo giorno.
Ai festini, alle cerimonie pubbliche e agli esercizi di canto, tutte le spose del re debbono esser trattate con rispetto, e debbono esser, loro offerte delle bevande. Ma non è permesso alle donne dell’harem di uscire da sole, e a nessuna donna estranea all’harem è concesso penetrarvi se non è conosciuta e non ne è noto il carattere. E, infine, le donne dell’harem non dovranno mai compiere lavori troppo faticosi.
Così si deve comportare il re verso le donne dell’harem, e così si devono comportare le donne dell’harem verso di lui.
Un uomo che ha più spose deve agire con lealtà verso tutte. Non si mostrerà indifferente né troppo indulgente per i loro difetti, ma non rivelerà a nessuna l’amore, la passionalità, le imperfezioni corporali, o i difetti segreti di un’altra. Non darà loro occasione di parlargli delle loro rivali, e se una di esse comincerà a sparlare di un’altra, la sgriderà dicendole che anche lei ha precisamente gli stessi difetti di carattere dell’altra. Farà in modo di rendersi piacevole ad una con confidenze intime, ad un’altra con riguardi speciali, ad una terza con qualche adulazione segreta, a tutte, passeggiando con loro nei giardini, divertendole, colmandole di regali, rispettando i loro parenti, rivelando loro dei segreti, e infine cercando di appagarle durante l’amplesso. Una ragazza di buon umore e che si comporti secondo i precetti della Sacra Scrittura si assicura l’affetto del marito vincendo su tutte quante le rivali.
Mar 312018