La donna virtuosa, affezionata al marito, deve agire secondo i desideri dello sposo e come se egli fosse un essere divino. Col suo consenso assumerà tutta la cura della famiglia; terrà la casa bene in ordine, disporrà nelle stanze fiori diversi e variamente colorati, farà sì che il pavimento sia sempre pulito, e darà a ogni cosa un’aria di decenza e di proprietà. Attorno alla casa coltiverà un giardino dove terrà, in modo però da essere pronte all’uso, tutte le sostanze necessarie per i sacrifici del mattino, del mezzogiorno e della sera. Essa stessa onorerà nei loro santuari gli Dei Domestici, poiché, osserva Gonardiya, «niente unisce maggiormente il capo della famiglia alla propria sposa che l’osservanza delle regole ora esposte». Riguardo ai parenti, amici, sorelle, domestici di suo marito, lei tratterà ciascuno secondo i propri meriti. Nel giardino pianterà aiuole di legumi verdi, boschetti di canna da zucchero, alcune ficaie, senape, prezzemolo, finocchio, e il xanthochymus pictorius. Vi coltiverà pure alcune varietà di fiori come la trapa bispinosa, il gelsomino, il gasminum grandiflorum, l’amanto giallo, il gelsomino selvatico, la tabernamontana coronaria, il naryworta, la rosa della Cina, e altre varietà. Vi saranno aiuole erbose con l’andropogon schoenantus e la radice profumata della pianta andropogon miricatus. E infine nel giardino vi saranno alberi, sedie, e, nella parte centrale, un pozzo.
La padrona di casa dovrà evitare la compagnia dei mendicanti buddisti odi altro genere, delle donne corrotte e scaltre, delle indovine e delle fattucchiere. Per i pasti, terrà molto conto di ciò che piace o no al marito e di ciò che gli possa far bene o male. Appena sente i suoi passi, quando torna a casa, deve subito alzarsi, pronta ad eseguire ciò che domanda, e deve ordinare ai domestici di lavargli i piedi, se pure non glieli lava lei stessa. Ogni volta che uscirà con lui avrà cura di mettersi i suoi ornamenti, e non si permetterà, senza il consenso del marito, di accettare inviti, assistere a matrimoni, a sacrifici, di rimanere in compagnia di amiche, o visitare i templi degli dei. E se per caso desidererà partecipare a un gioco o a un esercizio ginnico qualsiasi, dovrà prima chiederlo a lui; dovrà avere cura di sedersi dopo di lui, alzarsi prima, e di non svegliarlo quando dorme.
La cucina dovrà essere in una parte tranquilla e poco in vista della casa, in modo che gli estranei non possano avervi accesso, e la padrona avrà cura che sia sempre tenuta con pulizia e ordine. Nel caso che il marito si conduca male verso di lei, non lo deve rimproverare eccessivamente, quale possa essere il dispiacere che ne prova. Non avrà mai parole ingiuriose, ma gli rivolgerà rimproveri con parole tuttavia conciliative, tanto se sia solo quanto se sia con amici. E soprattutto non dovrà essere litigiosa, perché dice Gonardiya «non c’è niente che disgusti un marito, quanto questo difetto».
Essa eviterà di sparlare, di essere superba, di borbottare, di fermarsi davanti alla porta a spiare i passanti, di chiacchierare nei passeggi pubblici, di fermarsi a lungo in luoghi solitari e, infine, manterrà sempre tutto il proprio corpo, i denti, i capelli e quanto le appartiene con massima pulizia, eleganza e proprietà. Quando desidererà avvicinarsi in particolare a suo marito, indosserà un abito riccamente ornato, cosparso di fiori dai colori variopinti, e si profumerà. Ma il suo abbigliamento ordinario consisterà in un abito leggero, di tessuto un po’ spesso, con qualche fiore e qualche ornamento e un po’ di profumo, ma non troppo. Deve osservare i digiuni e i voti di suo marito e se lui tenta di dissuaderla, lo persuaderà a lasciarla fare.
In certi periodi di tempo, quando i prezzi saranno migliori, comprerà terra, bambù, legno da bruciare, pelli, vasi di ferro, olio e sale. Comprerà pure, nei più opportuni periodi dell’anno, i profumi, i vasi di wrightea antidyenteria o wrightea a foglie ovali, le medicine e altri oggetti che sempre occorrono, e li manterrà custoditi in luogo sicuro della casa. Nella stagione opportuna comprerà pure e pianterà i semi dei ravanelli, la barbabietola comune, i petonciani, la kusmanda, la zucca, la su rana, la bignonia indica, il legno di sandalo, la premna spinosa, l’aglio, la cipolla e alcuni legumi.
La donna sposata non dovrà mai raccontare agli estranei a quanto ammonta la sua fortuna né i segreti confidatile da suo marito. Cercherà di superare tutte le donne del suo stato in abilità, in buone maniere, nella conoscenza dell’arte culinaria, nel modo di comportarsi con dignità, e nell’attenzione posta per servire il marito. Le spese annuali saranno regolate in base ai guadagni. Il latte avanzato ad ogni pasto sarà trasformato in burro. L’olio e lo zucchero saranno preparati in casa, come in casa pure si filerà, si tesserà e vi sarà sempre una scorta di corde, di spago, e di scorze d’albero da intrecciare per far corde. La padrona di casa si occuperà anche della mondatura e della pelatura del riso di cui userà i grani e la paglia. Pagherà i salari ai domestici, sorveglierà la coltivazione dei campi, le mandrie, la costruzione dei carri, e avrà cura delle pecore, dei galli, delle quaglie, dei pappagalli, degli stornelli, dei cuculi, dei pavoni, delle scimmie e dei cervi; e finalmente terrà conto delle entrate e delle spese della giornata. Darà gli abiti ai domestici che avranno ben lavorato, per dimostrar loro che sa apprezzare i loro servizi, oppure ne farà qualche altro uso. Controllerà molto accuratamente i recipienti nei quali si prepara il vino, come pure quelli nei quali lo si conserva, e li scarterà se li giudicherà inservibili. Sorveglierà tutti gli acquisti e tutte le vendite. Accoglierà gentilmente gli amici del marito, offrendo loro fiori, unguenti, incenso, le foglie e le noci di betel. Avrà per i suoceri tutti i riguardi loro dovuti, condiscendendo sempre alla loro volontà, non contrariandoli mai, parlando loro con poche parole, ma non seccamente, non riderà rumorosamente in loro presenza, e si regolerà con gli amici e coi nemici loro come fossero propri. Non dovrà essere vanitosa né eccessivamente preoccupata dei suoi piaceri. Sarà generosa e farà loro doni nei giorni di festa e in occasione di festini; infine non regalerà mai niente senza il permesso di suo marito.
E qui termina ciò che riguarda il modo di comportarsi di una donna virtuosa.
Durante l’assenza del marito, se questi sarà in viaggio, la donna virtuosa non indosserà se non i soli ornamenti portafortuna, e osserverà i digiuni in onore degli dei. Per quanto ansiosa sia di aver notizie del marito, non dovrà trascurare i suoi doveri di massaia. Dormirà in prossimità delle donne più anziane della casa, e sarà con loro gentile. Avrà cura, tenendoli in buon ordine, degli oggetti cari a suo marito, e continuerà i lavori da lui iniziati. Non andrà dai suoi parenti o dagli amici se non in occasione di festeggiamenti o di lutti; e in tal caso vi andrà coi suoi abiti ordinari, accompagnata dai servitori del marito, e restandovi poco tempo. Con l’approvazione dei più anziani di casa, osserverà i digiuni e le feste. Aumenterà i beni procedendo ad acquisti e a vendite, seguendo in ciò la pratica dei mercanti, e aiutata da domestici onesti da lei sorvegliati. Le entrate saranno accresciute e le uscite diminuite il più possibile, e quando il marito tornerà dal viaggio lo riceverà vestita degli abiti abituali, per mostrargli come si è comportata durante la sua assenza, gli farà dei regali, e gli offrirà le sostanze per i sacrifizi agli Dei.
Così ha fine la trattazione del modo come si debba comportare una donna virtuosa durante l’assenza del marito. Abbiamo anche dei versetti, di cui ecco il testo:
La donna, sia essa una fanciulla o una vedova vergine [2] risposata, o una concubina, deve sempre condurre vita casta, deve mantenersi devota al marito e non trascurar nulla per il suo benessere. Le donne che in tal modo agiscono si conquistano Dharma, Artha e Kama, si formano una bella posizione e si assicurano l’affetto del marito.