DOLMANCÉ, IL CAVALIERE, AUGUSTIN, EUGÉNIE, MADAME DE SAINT-ANGE.
SAINT-ANGE (introducendo Augustin): Ecco l’uomo di cui vi ho parlato. Su, amici miei, divertiamoci! cosa sarebbe la vita senza il piacere?… Avvicinati, babbeo!… Che stupido!… Credetemi! sono sei mesi che tento di dirozzare questo zoticone e non ci riesco!
AUGUSTIN: Bah! signora, ma certe volte me lo dite che insomma incomincio a non andare troppo male adesso, e quando c’è un terreno incolto è sempre a me che voi lo affidate.
DOLMANCÉ (ridendo): Meraviglioso!… meraviglioso!… Il caro amico è così franco nel parlare… così genuino… (Indicando Eugénie:) Augustin, ecco una massa di fiori incolti; vuoi occupartene?
AUGUSTIN: Porca miseria! signore, sono raffinatezze che non fanno per me!
DOLMANCÉ: Su, signorina!
EUGÉNIE (vergognosa): Cielo! ma per me è un disonore!
DOLMANCÉ: Scacciate dal vostro cuore certi sentimenti pusillanimi; ogni nostra azione, e soprattutto di libertinaggio, ci è ispirata dalla natura, e non dobbiamo sentirci disonorati per nessuna, di qualsiasi tipo possiate supporla. Su, Eugénie, fate la puttana con questo giovane; pensate che ogni provocazione fatta da una fanciulla a un ragazzo è un omaggio alla natura e che il vostro sesso non la serve meglio se non quando si prostituisce al nostro: insomma siete nata per essere fottuta, e colei che non accetta questo scopo per cui la natura l’ha creata, non merita di vivere. Tirate giù voi stessa i calzoni a questo ragazzo fin sotto le belle cosce, arrotolategli la camicia in vita, in modo che il davanti… e il didietro, che tra parentesi è bellissimo, si trovino a vostra disposizione… Con una mano impugnate questo grande pezzo di carne che, a quanto vedo, assumerà presto la sua forma tipica; e con l’altra accarezzategli le natiche e stuzzicategli l’orifizio del culo… Sì… così… (Per farle vedere come si fa, socratizza lui stesso Augustin). Scappucciate bene questa punta rubiconda; non ricopritela mai durante la polluzione; lasciatela scappucciata… con il filetto teso fino a romperlo… Bene! vedete l’effetto delle mie lezioni?… E tu, ragazzo mio, ti scongiuro, non restare con le mani in mano; possibile che tu non sappia come occuparle?… Mettile su questo bel seno, su queste belle natiche…
AUGUSTIN: Signore, potrei baciare questa signorina che mi procura tanto piacere?
SAINT-ANGE: E baciala, imbecille, baciala quanto vuoi! quando stai a letto con me, non mi baci forse?
AUGUSTIN: Porca miseria, che bella bocca!… Com’è fresca!… Mi sembra di avere il naso sulle rose del nostro giardino! (Mostrando la sua verga in erezione.) Vedete, signore, quello che è successo!
EUGÉNIE: Oh, cielo! come si allunga!…
DOLMANCÉ: Adesso i movimenti devono essere più regolari, più energici… Cedetemi il posto per un momento, e guardate come faccio io. (Masturba Augustin.) Vedete come questi movimenti sono più decisi e nello stesso tempo più morbidi?… Riprendete voi, e soprattutto non rincappucciatelo… Bene! Eccolo in tutta la sua energia; esaminiamo attentamente se è vero che l’ha più grosso del cavaliere.
EUGÉNIE: Non c’è dubbio; vedete non riesco a impugnarlo.
DOLMANCÉ (misurando): Sì, avete ragione: tredici di lunghezza e otto e mezzo di circonferenza. Non ne ho mai visto uno più grosso. Ecco quel che suol dirsi una verga superba. E voi ve ne servite, signora?
SAINT-ANGE: Regolarmente ogni notte, quando sono in campagna.
DOLMANCÉ: Ma spero nel culo?
SAINT-ANGE: Un po’ più spesso che nella vulva.
DOLMANCÉ: Sacriddio che libertinaggio!… Ebbene, sul mio onore, non so se lo sopporterei.
SAINT-ANGE: Non fate finta di averlo stretto, Dolmancé! entrerà nel vostro culo, come è entrato nel mio.
DOLMANCÉ: Vedremo; spero proprio che Augustin mi farà l’onore di lanciarmi un po’ di sperma nel didietro; glielo restituirò; ma continuiamo la nostra lezione… Su Eugénie, il serpente sta per vomitare il suo veleno: preparatevi; fissate i vostri occhi sulla punta di quel membro sublime e quando, a prova dell’approssimarsi della sua eiaculazione, lo vedrete gonfiarsi e assumere un colore di un bel rosso porpora, i vostri movimenti acquistino allora tutta la loro energia. Le dita che stanno stuzzicando l’ano, ci si ficchino dentro il più possibile; abbandonatevi interamente al libertino che gode di voi, cercate la sua bocca per succhiarla; le vostre grazie volino, per così dire, davanti alle sue mani!… Eugénie, ecco che sborra, ecco il momento del vostro trionfo.
AUGUSTIN: Ah! ah! ah! signorina, mi sento morire!… non ne posso più… Andate più in fretta, ve ne scongiuro… Sacriddio, non ci vedo più!…
DOLMANCÉ: Più forte, più forte, Eugénie! ecco, ora basta, è nel culmine del piacere… Ah, che abbondanza di sperma!… con che vigore è sbucato fuori!… Guardate le tracce del primo lancio: è andato a finire a più di dieci piedi… Cazzo, perdio! ne è piena la camera!… Non ho mai visto nessuno sborrare come questo, e voi dite che questa notte vi ha fottuto, signora?
SAINT-ANGE: Nove o dieci volte, credo: è parecchio che non teniamo più il conto.
IL CAVALIERE: Bella Eugénie, ne siete tutta coperta!
EUGÉNIE: Vorrei esserne inondata! (A Dolmancé:) Ebbene, mio maestro, sei contento?
DOLMANCÉ: Molto bene, per un debutto, ci sono però ancora alcuni particolari da smussare.
SAINT-ANGE: Diamole tempo: migliorerà con l’esperienza! Io, lo confesso, sono molto contenta della mia Eugénie: rivela un’ottima predisposizione e credo che a questo punto dovremmo farla godere di un altro spettacolo. Facciamole vedere gli effetti di una verga nel culo. Dolmancé, vi offrirò il mio; io starò abbracciata a mio fratello che me lo metterà nella vulva mentre voi m’inculerete. Eugénie preparerà la vostra verga, la piazzerà nel mio culo, ne regolerà tutti i movimenti e li studierà per prendere familiarità con questa operazione, che faremo poi subire anche a lei dalla verga enorme di questo ercole.
DOLMANCÉ: Approvo, così questo grazioso didietro sarà presto rotto sotto i nostri occhi dalla violente scosse del bravo Augustin. Nell’attesa, signora, vada pure come voi avete programmato, ma se volete che vi faccia un bel servizio, permettete che ponga una clausola: Augustin, ben presto nuovamente in erezione con due mie impugnature, m’inculerà mentre io inculerò voi.
SAINT-ANGE: Approvo questa disposizione, io ne trarrò vantaggio e per la mia allieva si tratterà di assistere a due lezioni in una.
DOLMANCÉ (prendendo Augustin): Vieni, ragazzaccio, ti rianimo io… Com’è bello!… Baciami, caro amico… Sei ancora tutto bagnato di sperma, ed è lo sperma quello che io voglio… Sacriddio! mentre lo masturbo voglio leccargli il culo!…
IL CAVALIERE: Avvicinati, sorella; per corrispondere ai piani di Dolmancé e ai tuoi, mi stenderò su questo letto; tu ti stenderai su di me tra le mie braccia, spalancando le tue belle natiche meglio possibile… Sì, così: possiamo pure cominciare.