Mar 222011
Ohimè! la potta! crudel! che fai,
con questo così grosso orrendo cazzo?
– Taci, cor mio, che così gran sollazzo
non ci cangi il padrone in stenti e in guai.
E se del fotter mio piacer non hai,
fatti pur verso me qui, dallo spasso,
che se sino ai coglion dentro va il cazzo,
dolcezza assai maggior ne sentirai.
– Eccomi pronta, o fido servo caro!
Fà di me le tue voglie, e in faticarte
per ben servir non esser punto avaro.
– Non dubitar, ben mio; ch'io voglio darte
sì ghiotta fottitura, e in modo raro,
ch'invidia n'averàn Venere e Marte.
Potrebbe in potta entrarte,
dimmi, di grazia, il più superbo rulo?
– In potta no, ma il ciel mi guardi il culo!