Dapprima costui s’industriò molto bene colle cento dramme avute in eredità come gli altri fratelli: ma un rovescio di fortuna lo ridusse nella necessità di domandar l’elemosina. Vi riusciva benissimo, e soprattutto cercava procurarsi l’adito nelle grandi abitazioni pel mezzo dei famigliari, affine di avere un libero accesso presso i padroni e muovere la loro […]
— Alnascar, finché visse nostro padre, se ne stette neghittoso. Invece di lavorare per guadagnarsi il vitto, non aveva rossore di chiedere l’elemosina. Nostro padre morì carico di anni, lasciandoci tutto il suo avere, cioè 700 dramme di argento. Le dividemmo in parti uguali fra noi. Alnascar, il quale non aveva mai posseduto tanto danaro […]
— Alcouz era il nome di costui ed egli diventò guercio nel modo seguente: Essendo beccaio di professione, aveva un talento particolare per allevare i montoni. Un giorno in cui se ne stava nella sua bottega, un vecchio dalla barba bianca venne a comprar sei libbre di carne, glie ne diede il denaro del prezzo […]
Il mio terzo fratello, chiamato Bakbac, era cieco; ed il suo avverso destino avendolo ridotto alla mendicità, andavasene di porta in porta, a chiedere l’elemosina. Un giorno picchiando alla porta di una casa, il padrone della medesima dimandò: — Chi va là? Mio fratello nulla rispose e picchiò una seconda volta. Il padrone della casa […]
— Il mio secondo fratello, chiamato Bakbarah lo sdentato, camminando un giorno per la città incontrò una vecchia in una strada remota, la quale lo fermò per dirgli: — Se avete tempo di venir meco, vi condurrò in un Palazzo magnifico, ove vedrete una dama più bella del sole, la quale vi accoglierà con molto […]
Mio fratello maggiore, chiamato Bacbouc il gobbo, era sarto di professione. Prese in affitto una bottega rimpetto ad un molino, ma conoscendo poco la sua partita, campava la vita con grandi stenti. Il molinaro al contrario vivea comodamente, e possedeva una bellissima moglie. Un giorno mio fratello, lavorando nella sua bottega, alzò il capo e […]
— Mio padre teneva nella città di Bagdad un grado da aspirare alle principali cariche, ma egli preferì sempre una vita tranquilla. Non ebbe altri figliuoli all’infuori di me e quando morì io aveva già lo spirito formato ed era in età di poter disporre delle grandi ricchezze lasciatemi. Un giorno mentre mi ritrovava in […]
— Sire, un cittadino di questa città mi fece l’onore, or son due giorni, d’invitarmi ad un banchetto, che dava ai suoi amici. Vi andai presto, e vi trovai circa venti persone, le quali aspettavano il padrone di casa che era uscito per qualche affare. Bentosto lo vedemmo arrivare accompagnato da un giovane forestiere, molto […]
– Sappiate, o miei signori, che sotto il regno del Califfo Haroun-al-Rascid, mio padre vivea a Bagdad, ove son nato, e passava per uno dei più ricchi mercanti della città. Ma come egli era un uomo interamente dedito ai piaceri ed alla crapula, trascurava i suoi affari, ed invece di raccogliere grandi ricchezze alla sua […]
— Sire, una persona di considerazione e di qualità m’invitò ieri alle nozze di una delle sue figliuole. Dopo le cerimonie fu apparecchiato un banchetto magnifico, tutti si posero a tavola ed ognuno mangiò di quanto era di suo maggior gusto. Eravi fra l’altro un antipasto eccellente accomodato con l’aglio, del quale ognuno volea, e […]